Sempre più connessi in mobilità. In occasione dello Iab Seminar ‘People are mobile’ (qui), Audiweb conferma che sono oltre 32 milioni gli italiani che navigano in Rete da smartphone, ovvero il 68% della popolazione tra gli 11 e i 75 anni, con un aumento del 45% negli ultimi due anni. Quasi 13 milioni le persone che invece accedono a Internet da tablet, pari al 26,8% della popolazione.
Più dell’84% del tempo passato online dai dispositivi mobili è legato alla fruizione delle app – interessante notare che il 40% degli adulti usa le applicazioni mobili per 1 ora e 31 minuti in media al giorno, con un picco di 2 ore e 4 minuti se consideriamo i giovani tra i 18 e i 24 anni (qui).
Ma quali app catalizzano così tanta attenzione? L’Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano ha calcolato che ciascuno di noi ha installato una media di 30 app sullo smartphone, ma solo 5 al giorno vengono effettivamente utilizzate. Si tratta soprattutto delle app dei social network più popolari (Facebook in testa), seguite dai servizi mobile di messaggistica istantanea (WhatsApp), i motori di ricerca e le app di gaming mobile (qui).
La sfida per le aziende che vogliono proporsi con una propria app si sposta quindi su un territorio nuovo, ovvero quello di farsi notare sugli app store e, una volta planati sullo smartphone dell’utente, convincerlo a usare l’applicazione con regolarità.
Ecco perchè servono professionisti preparati, che conoscano bene i segreti della programmazione mobile e sappiano sviluppare app in grado di emergere in questo mercato così affollato.
Tanti sono gli elementi da tenere in considerazione: la capacità di intercettare le esigenze delle persone, la proposta di contenuti e servizi davvero rilevanti, la progettazione di un’interfaccia e un’esperienza d’uso che possano ‘bucare’ lo schermo.
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